L'uomo in Blu

L’Uomo in Blu è un ritratto enigmatico risalente alla metà degli anni ’80, privo di firma e di attribuzione certa. La figura maschile, avvolta in un ampio abito azzurro, emerge da uno sfondo volutamente spoglio, quasi a voler spostare ogni attenzione sulla posa rigida e sullo sguardo obliquo, sfuggente, a metà tra fissità rinascimentale e alienazione moderna.

L’uso del colore, compatto e senza concessioni a sfumature o virtuosismi realistici, suggerisce un approccio espressionista asciutto, dove il blu diventa simbolo di distanza e di memoria stratificata. Il volto, lasciato volutamente grezzo, sembra voler sabotare la possibilità di riconoscere una vera identità storica o psicologica nel soggetto. È un ritratto senza tempo, un frammento di figura umana trattenuto dentro un colore-icona, il blu, che si fa codice emotivo prima ancora che estetico.

L’assenza di firma e di documentazione chiara aggiunge ulteriore fascino all’opera, trasformandola in un reperto visivo sospeso, capace di dialogare con il passato della ritrattistica classica e con la tensione iconoclasta di certa pittura figurativa degli anni ‘80. Più che rappresentare qualcuno, L’Uomo in Blu sembra evocare una figura collettiva, una memoria dipinta che non cerca risposte, ma pone domande irrisolte. Acrilico su tela, cornice in legno bianco.