Milano e il Design Vivo
Milano non si attraversa, si assorbe. Soprattutto durante la Design Week, quando la città si fa palcoscenico, rifugio, laboratorio. Ogni strada sussurra un’idea, ogni cortile svela una storia. Abbiamo vissuto la città in punta di piedi, lasciandoci condurre tra geometrie, texture e atmosfere che solo in questa settimana dell’anno sembrano possibili.

Tra luci e visioni: il cuore del Fuorisalone
Abbiamo iniziato il nostro viaggio nei quartieri che più amiamo: Brera, 5Vie, Porta Venezia. Spazi che durante il Fuorisalone diventano porosi, attraversabili, generosi. Ogni porta aperta nascondeva un progetto, ogni installazione un invito a guardare meglio, ad ascoltare di più. La materia parlava. Il design non era solo funzione, ma esperienza, suggestione, vibrazione.
Uno degli spazi che ci ha colpiti di più? Un’ex falegnameria trasformata in galleria effimera. Luce naturale, pezzi unici, dialoghi silenziosi tra epoche e materiali. Un tappeto su un pavimento grezzo, una scultura in dialogo con una lampada. Tutto sembrava in equilibrio instabile, eppure perfetto.

Il Salone come rito collettivo
Il Salone del Mobile resta un rito. Uno di quelli da vivere con lentezza, lasciandosi sorprendere. Stand che sono mondi, allestimenti che sembrano set cinematografici, oggetti che raccontano una visione. Il Salone non è solo prodotto, è narrazione.
Abbiamo ritrovato alcuni nomi che seguiamo da tempo e scoperto nuove realtà che parlano la nostra lingua: quella dell’essenziale, del gesto, del pensiero artigianale che non dimentica la bellezza.
Incontrare designer, osservare i visitatori, percepire le direzioni che il design sta prendendo: tutto diventa prezioso. Una forma di osservazione lenta che ci accompagna anche nei nostri progetti.

Milano ci ha insegnato a guardare meglio
La bellezza di Milano durante la Design Week è sottile, stratificata, mai urlata. Si nasconde nei dettagli, nei contrasti, nei ritmi sospesi. È una città che sa aprirsi, se la guardi con rispetto.
Abbiamo lasciato Milano con gli occhi pieni e la testa leggera. Con taccuini pieni di appunti e ispirazioni che, lo sappiamo già, diventeranno oggetti, scelte, collezioni.
Questa settimana è stata un viaggio. Non solo geografico, ma estetico, sensibile, profondo.